illustrazione raffigurante un astronauta fuori dalla base spaziale - Disegno Blitzen

Il luogo di lavoro ideale

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Crea un luogo di lavoro che sia come te

  • Lo spazio di lavoro ideale? Quello che ti assomiglia

Come deve essere il tuo luogo di lavoro ideale? Deve assomigliarti molto, altrimenti starai male. Molti sottovalutano l’importanza del luogo, ma sbagliano di grosso.

Non importa che tu sia un artista, uno studente, un architetto, un notaio, un video-maker. In ogni caso lo spazio che ti circonda deve consentirti di lavorare bene.

È tutto? No. Lo spazio che ti circonda deve renderti felice. Devi essere contento di essere lì dentro e di guardarti intorno.

  • Come ottenere l’ambiente perfetto per un creativo

Come si fa? Che tu vada dall’architetto o che ti ci metta tu, devi avere le idee chiare sull’obiettivo che vuoi raggiungere.

Ecco i cinque punti per un ambiente creativo perfetto.

1)     Ti deve ispirare il luogo in cui lavori

Illustrazione raffigurante un astronauta sulla Luna che osserva la Terra

  • Quadri e oggetti devono darti impulso. Ecco come.

Il tuo luogo di lavoro ti deve ispirare. Questo vuol dire che devi riempirlo di cianfrusaglie eccentriche? No. Un’unica fotografia, una finestra aperta sul giardino, una pianta possono essere sufficienti.

Per alcuni l’ambiente deve essere minimo e ordinato, immerso nel bianco. Per altri l’ambiente deve essere gonfio di oggetti e ricordi.

  • Ispirati ad altri luoghi

Come trovare il luogo che ti ispira? Ispirandoti a un altro luogo.

Guardati intorno quando vai in locali o in altri atelier. Fai foto e consulta qualche rivista qua e là.

  • Il mio spazio di lavoro: l’atelier Blitzen e l’ispirazione

Non è solo la gigantesca parete di quadri o le statue, ma anche l’insieme di piccoli oggetti fantastici. Vicino al pc di Chiara c’è una foto autografata di Harry Potter; accanto, una targa della leggendaria Route 66 e le foto dei nostri cavalli.

Nell’atelier Blitzen siamo pieni di ricordi che ci immergono in un mondo fiabesco e ci fanno volare alto.

Quando disegno, qualsiasi cosa in questo ambiente, che si tratti di una attrazione per un grande parco o una nuova casetta Blitzen, mi sento parte di una missione straordinaria.

2)     Il luogo di lavoro rappresenta il tuo stile

Illustrazione raffigurante un accampamento di basi spaziali - Disegno Blitzen

  • Lo spazio perfetto deve assomigliarti molto

È inutile farsi un ufficio bellissimo, tutto bianco e minimal, con un tavolo di vetro e uno sgabello, se la tua personalità è fatta di colori e confusione creativa.

Se vuoi davvero lavorare bene, devi scegliere uno stile che sia il tuo stile. Le pareti, gli arredi e le finestre devono rappresentare la tua personalità.

  • La mia storia: l’atelier Blitzen è un biglietto da visita

Quadri, statue, modelli, casette e oggetti sono tutti fatti da noi. Sul tavolo da disegno c’è un comodo portacellulare a forma di teschio fatto dai Golinotti.

Ogni cosa viene dalle nostre mani o dal nostro cuore e tutto, dai tavoli ai muri, ha preso la nostra forma.

Se ci vieni a trovare, puoi cogliere con uno sguardo chi siamo e cosa facciamo: il nostro laboratorio, insomma, è un gigantesco biglietto da visita.

3)     Lo spazio creativo ti deve aiutare

Illustrazione raffigurante una base spaziale - Disegno Blitzen

  • L’ordine è importante

Va bene la creatività, ma uno spazio di lavoro deve essere pulito, logico e funzionale. Il genio e la sregolatezza non sono una scusante per un luogo disordinato.

È importantissimo che il tuo spazio ti sia d’aiuto, con aree dedicate ad ogni funzione. Un consiglio che danno tanti esperti: butta via tutto quello che non serve. Tieni solo l’essenziale.

Ricorda sempre che la sicurezza deve stare davanti a tutto il resto. È meno bello essere creativi se ti tagli una mano mentre lavori.

  • L’atelier Blitzen? Ogni cosa al suo posto

A livello logistico, funziona tutto molto bene e ogni tappa del nostro lavoro ha uno spazio dedicato. Devi immaginare un lunghissimo parallelepipedo con delle grandi vetrate che si aprono sul giardino.

Un’area è dedicata alle nostre scrivanie con i pc e le stampanti. Subito accanto c’è lo spazio per il disegno con i tablet e i pennelli che usiamo per dipingere.

L’ampiezza dell’ambiente ci permette di sistemare al centro i prototipi delle nostre casette. In fondo, su un bel tavolone di legno massiccio, Andrea ficca i chiodi nelle tavole, leviga e prepara le casette.

Dietro a una grande porta, abbiamo un’area per la verniciatura, un altro tecnigrafo, un tavolo dove Chiara dipinge le casette personalizzate e una macchina da cucire professionale per fare i cuscini.

In un terzo ambiente, completamente separato ma sempre all’interno alla stessa corte, abbiamo la nostra falegnameria con tutti i materiali. Ogni cosa ha il suo posto e ogni posto ha la sua cosa.

4)     Il tuo luogo di lavoro ideale ti è sempre vicino

  • L’atelier a chilometro zero

Sarebbe bello uno spazio produttivo su un’isoletta in mezzo al mare? Sì, se abiti sull’isoletta, altrimenti non ha senso.

Il tuo spazio deve esserti sempre vicino: più è comodo al luogo in cui vivi e meglio è. Senza traffico, auto da parcheggiare, lunghe traversate e tempo perso negli spostamenti, tutto è più bello e funzionale.

Attenzione a non esagerare. È consigliabile non mettere mai insieme il luogo di lavoro con gli ambienti domestici.

  • L’atelier Blitzen? Dietro l’angolo

Il nostro spazio creativo è davvero a due passi. La vicinanza ha straordinari vantaggi, perché mi consente di andarci a piedi, senza stress.

Il tempo che una volta dovevo dedicare agli spostamenti adesso lo posso dedicare ad altro: una corsa, una lettura, una pausa in più.

È un antico edificio pieno di storia, a pochi passi dalla nostra casa e accanto all’albergo in cui andiamo sempre a bere il cappuccino.

5)     Il mio spazio di lavoro? Ti faccio strada

  • Sculture, fiabe e dipinti: ecco cosa troveresti nell’atelier dei Blitzen

Abbiamo visto come ottenere uno spazio creativo e produttivo.

Adesso viene il bello.

Sì, perché voglio farti conoscere il mio spazio di lavoro: l’atelier dei Blitzen.

  • Un’antica ebanisteria

Nel più bel paese del mondo, un borgo medievale sperduto fra le colline del Garda, in una strada centrale e silenziosa, c’è un antico porticato che guarda su un bel giardino.

Agli inizi del Novecento, quella era la bottega dell’ebanista. Quando la saracinesca è alzata, puoi vedere una porta in legno e vetro. Non ci sono insegne, solo un adesivo con su scritto “Attenzione. Centro Ufologico Squadra Egitto” e uno zerbino che raffigura una civetta.

Non lo sa quasi nessuno in paese, ma lì dentro si fanno sculture, dipinti e idee per alcuni fra i migliori teatri e parchi divertimento d’Europa. I Golinotti, infatti, sono scenografi.

  • Seguimi dentro la galleria

Ricordo molto bene la prima volta in cui ci sono entrato.

Mio padre un veterinario ed era matto. È per questo motivo che era molto amico di Andrea e Chiara Golinotti, matti come lui. La prima volta in cui mi portò da loro, fu incredibile.

Al centro della sala, c’era una gigantesca statua fumettosa che quasi toccava le possenti travi in legno del soffitto. Era Prezzemolo, la mascotte di Gardaland, il più grande parco divertimenti d’Italia: stavo vedendo in anteprima mondiale quello che di lì a pochi mesi avrebbero visto milioni di persone.

Lasciamo per un momento mio padre a parlare e ridere con i Blitzen e guardiamo cosa c’è tutto attorno.

  • Una galleria di quadri surreali e progetti di parchi a tema

La grande parete di sinistra, alta sei metri, è piena zeppa di quadri coloratissimi appesi, spiritosi, vivaci, surreali, opera di Andrea e Chiara. La parete opposta alterna i muri alle vetrate che guardano al giardino.

Da lì entra la luce che illumina le innumerevoli statue e i fantasiosi prototipi di legno, resina, plastica, bronzo, cemento: teste dorate, formiche giganti, torri fantastiche. Wow.

A lato, un grande tecnigrafo bianco con meravigliosi disegni e scenografie dipinte aperti accanto a infinite scatole di colori, vernici e pennelli.

Un ampio tavolo di lavoro con morse, trapani e avvitatori sta sul muro di fondo. Accanto al tavolo, una tenda nasconde l’ambiente successivo.

  • Uno spazio fiabesco

Ecco, lo spazio è ancora così, come la prima volta, sempre diverso e sempre uguale. Dietro alla tenda, però, successivamente è nato qualcosa: le casette Blitzen, ovviamente. Ma questa è un’altra storia!

Tutto, ma proprio tutto, si fa qua dentro: dall’idea ai disegni, dai progetti alla realizzazione. E vi dirò di più: il nostro atelier contribuisce come se fosse uno di noi.

I latini parlavano di Genius Loci, lo spirito del luogo.

La nostra visita guidata finisce qui. Se anche tu vuoi farti il tuo spazio creativo e produttivo, ti auguro di trovare e realizzare un ambiente che ti rappresenti e ti ispiri.

Lo spirito del luogo, funziona un sacco, e tantissime delle nostre idee -te lo giuro- sono opera sua.

 

Illustrazioni del maestro Andrea Golinotti

alberto blitzen
ARCHITETTO

Sono uno architetto e studio l’habitat degli animali. Ho abitato fra i boschi della Francia, le sabbie del Medio Oriente, i canali di Venezia e le luci di Parigi, per poi tornare all’ovile.

L’ovile è sulle bellissime colline del lago di Garda, in mezzo a castelli, fiabe e cipressi. Da qui racconto storie e faccio disegni su gatti, cani, misteri, leggende, ricci e pipistrelli.

2 pensieri su “Il luogo di lavoro ideale

  1. corrado dice:

    Ho appena traslocato in una nuova casa con giardino e posseggo una Tartaruga terrestre Hernanni di 47 anni che ho visto nascere, già in precedenza abitavo in una casa con giardino di circa 150 mq. dove la Tartaruga era libera di girare per tutto il giardino senza limitazioni, e la Tartaruga aveva dei punti di riferimento, tipo alla sera dormiva in un piccolo angolo/rifugio dietro casa, e per l’inverno avevo predisposto un area con terreno più smosso che dopo che avevo scoperto dove si interrava, ricoprivo ulteriormente di foglie secche triturate.
    Ora dopo il trasloco però noto che mi sembra che sia un poco disorientata e la trovo sveglia anche dopo l’ora che normalmente si coricava nel rifugio.
    Ora chiedevo cosa dovevo fare per metterla a suo agio e come fare per sapere dove prepararle il posto per passare l’inverno.
    grazie

    • Alberto Blitzen dice:

      Buongiorno Corrado.
      Le tartarughe di cinquant’anni sono particolarmente belle e affascinanti. È del tutto normale che il suo esemplare sia disorientato (sarebbe strano il contrario), perché abituato a riferimenti, rifugi, contesti e spazi che ora non esistono più. Servirà quindi del tempo perché si possa adattare, esplorando il nuovo ambiente.
      Per metterla a suo agio, le consiglio di predisporre un recinto con terra scavabile, rifugi, cespugli, paglia, sole e ombra. Al link seguente può trovare un mio articolo con tutti i consigli del caso:https://www.blitzen.it/blog/habitat-ideale-per-tartarughe-di-terra/
      Spero di esserle stato d’aiuto, ma non esiti a chiedere se ha altri dubbi.
      Ci tenga aggiornati.
      Un caro saluto e a presto.

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